LE ORIGINI DEL TAI CHI ED I SUOI SVILUPPI
Parte 1
Il Tai Chi Chuan affonda le sue radici nella storia cinese; l’elaborazione dei suoi metodi si intreccia al fondamento ed all’approfondimento de concetti fisiologici e della medicina. Come pero’ tutte le vicende cinesi, e’ difficile per gli storici risalire ad una datazione precisa. Fino agli inizi del XIX secolo, le fonti storiche si confondono con le leggende e le tradizioni orali. Eppure pensiamo che il Tai chi chuan abbia ancora molti segreti da svelare agli uomini ed alle donne del terzo millennio.
In questa sezione mi preoccuperò di raccontare in maniera più esauriente possibile come e’ nato il TAI CHI, questa arte meditativa, e non solo,che fa parte del vastissimo mondo del ‘kung fu’.
Le informazioni che ho raccolto mi permetteranno di raccontare la sua soria dal 1300 circa fino al 1900, spero che quanto scrivero’ possa interessare il maggior numero di persone possibile, senza annoiare nessuno. Un’ altra cosa che mi sono proposto di fare, e’ di mantenere la trattazione il piu’ possibile oggettiva, scrivendo solamente quelle notizie che sono suffragate da prove valide, e da diverse fonti che le riprendano, in maniera che tutto sia il meno fumoso possibile.
Il termine Tai Chi compare per la prima volta nel ‘Libro dei Mutamenti’ (o I Ching) la cui stesura risale all’inizio della dinastia Chou, in un periodo che noi occidentali indichiamo tra il 1776 ed il 1150 a.c. L’I Ching descrive la “Via” tra il “Terreno”, che e’ sostanza, ed il “Celeste”, che e’ l’essenza. Terra (Ti) e cielo (Tien) sono i cancelli e le porte che mostrano agli uomini il sentiero da percorrere. Questo classico insegna a riconoscere quando non si vive nella fermezza/Cielo e nella flessibilita’/Terra, deviando cosi’ dal Tao, il principio universale. In questo libro leggiamo: “Il Tai chi produce liang-i (le due polarita’ yin-yang), liang-i produce sze-hsiang (i quattro bigrammi), sze-hsiang produce pagua (gli otto trigrammi) e pagua produce i sessantaquattro esagrammi…”.
Il Tai Chi e’ la “struttura di base” o “origine dell’energia-materia”, da cui prendono vita le moltissime cose che compongono l’universo. Da questa corrente di pensiero prese vita successivamente, intorno al 300 a.c., la scuola taoista che pose l’accento sull’armonizzazione dell’essere umano (il microcosmo), con la natura che lo circonda (il macrocosmo). Con il trascorrere dei secoli, il principio del Tai Chi fu applicato alle diverse arti umane, dalla musica, alla medicina, al combattimento (infatti chuan significa pugno. Da cui: Tai Chi Chuan).
Se poi sfogliamo il canone taoista, possiamo trovare numerosi riferimenti ai concetti del Tai Chi, anche nel Canone taoista (Tao Tsang), raccolto e trascritto da Lu Hsiu Ching (406-477 d.c.). Questo canone descrive tre distinte versioni delle pratiche taoiste, sino a quel momento conosciute come San Tung o Tre Arcani. Il primo, Tung Chen Pu, e’ “l’Arcano dell’Immortale realizzato”, il secondo Tung Hsung Pu, e’ “l’Arcano del mistero”, mentre il terzo, Tung Shen Pu e’ “l’Arcano degli Spiriti”. Questo terzo Arcano e’ quello che maggiormente ci interessa e coinvolge direttamente; si occupa infatti del taoismo militare dividendolo in due filoni: quello legato alla pratica interiore-spirituale dell’esorcismo e del controllo del respiro (inteso come chi-soffio e non come aria), e quello della pratica esteriore fisica come il Tai Chi Chuan o altre tecniche marziali.
Addentrandoci meglio nelle origini del Tai Chi Cuan ne troviamo traccia nelle cronache della dinastia Tang (618-907 d.c.) dove e’ riportato uno stile di arte marziale simile al Tai Chi Chuan, ma conosciuto con il nome di San-hsi Shih, “trentasette”, perche’ composto da trentasette movimenti, creato dall’eremita Hsa Suam Ming (nativo di An Huei, situato nel sud-est della Cina), ritiratosi sui monti Tse Yang. Alcune posture, quali “Afferrare la coda del passero” (lan ch’iao wei), la “Gru bianca dispiega le ali” (pai ho liang ch’ih), “Frusta lunga” (Tan Pien), “Avanzare verso le sette stelle”, sono praticate ancora oggi in tutte le scuole di Tai Chi e ne costituiscolo l’essenza marziale. A quei tempi le posture venivano eseguite singolarmente, senza continuita’ tra una postura e l’altra. Solo a distanza di molti anni, esse vennero eseguite in movimento.
Durante questa dinastia si hanno notizia di altri quattro stili marziali che si basavano sul principio dello Yin-Yang, ed esse erano: Hsu, Ju, Ch’eng, Yin, che si svilupparono indipendentemente tra di loro. Inoltre LI Tao Tse creo’ la “Forma Lunga” o Hsien Tien (“Pugilato del cielo Anteriore”. Hsien Tien rappresenta lo stadio prima della creazione dell’universo). Suo sucessore fu Yu Lien Chu, la cui famiglia trasmise, di generazione in generazione questo stile di cui, purtroppo, si sono perse le tracce.
Durante la dinastia Song (960-1279 d.c.) Hen Kon Yu sviluppo’ i Nove Piccoli Cieli (Giou Hsaio Tien), che trasmise a Chen Mee. Di questi due maestri si racconta ufficialmente nelle cronache relative a questa dinastia. Questo stile e’ composto da quattordici posture, tra le quali: Sollevare le Braccia, Frusta Semplice, Doppio Pugno, a tutt’oggi in uso nelle scuole di Tai Chi Chuan. Chen Lien Hsi afferma che nessuno poteva comprendere il Tai Chi Chuan senza studiare l’ I Ching (il Libro dei Mutamenti). Hu Chin Tze, indipendentemente dai maestri sopracitati, dette vita a Hu Tien Fah o “Metodo del Cielo posteriore” (cielo posteriore si riferisce a tutto quello che prese forma durante e dopo la creazione dell’universo), composto da diciassette posizioni che enfatizzavano l’utilizzo del gomito.
Anche se e’ vero che ci furono molti maestri di Tai Chi Chuan prima di Chang San Feng, bisognera’ aspettare la sua nascita per avere una sintesi di tutte queste scuole.
Tra la fine della dinastia Song e l’inizio della dinastia Yuan (1274-1368), il 9 aprile 1247, a mezzanotte, nasceva Chang Chun Po, figlio del governatore Chang Chun Yen, in carica presso l’imperatore T’ai Chung. Chang Chun Po, detto Chang Chung, divenne famoso con li nome di Chang San Feng (Chang dei Tre Picchi).
Dopo la morte dei suoli genitori, si ritiro’ a meditare presso Ko Hung Shan (la Montagna dell’immortale Ko Hung: famoso medico alchimista, vissuto durante il regno dell’imperatore Yuan; 290-370 d.c.). Dopo questo periodo di meditazione Chang San Feng lascio’ tutte le sue proprieta’ e diede inizio alla sua ricerca attraverso la Cina, durata trent’anni. Si fermo’ a studiare arti marziali per dieci anni presso il monastero di Shaolin, sotto la guida del maestro Joi Chang, imparando diversi stili: Pugno del Drago (sviluppa l’attenzione e la giusta disposizione dell’animo, esalta la leggerezza, la calma, l’adattabilita’), il Pugno della Tigre (rafforza le ossa, ed esalta i salti), Pugno del Leopardo (sviluppa l’applicazione delle forze soprattutto sul combattimento reale), Pugno del Serpente (insegna ad usare le energie interne facendo si’ che il praticante sviluppi la sensibilita’), Pugno della Gru (sviluppa e rafforza la concentrazione, la stabilita’, la precisione, la determinazine). Nel 1314, all’eta’ di 67 anni, finalmente fu iniziato al taoismo da Ho Lung (Drago di Fuoco), poi raggiunse la famosa scuola taoista del Mao Shan, seguendo l’insegnamento della Scuola della Stella Polare, alla quale apparteneva il maestro ‘Lunga Primavera’ che fu maestro di Gengis Khan. Dopo di che ando’ nella regione del Fiume Giallo presso la Scuola dell’Assoluta Verita’ (Ching Chan Pai) e, ancora, studio’ con li maestro Chiang Tien Si della scuola Cheng Ya Pai (Altissima Purissima Scuola). Alla fine, dopo questi lunghissimi anni dedicati all’apprendimento ed all’approfondimento, Chang si fermo’ presso il Pao Gi Shan, un monte composto da tre picchi, dal quale prese il nome di “Chang dei Tre Picchi”. In questa sede decise di fondare la sua scuola che chiamo’: Sam Fung Tan Pai. Il primo ideogramma che compone il nome della scuola significa ‘Tre’ (Sam) ed insieme al terzo ‘Tan’ (pillola), sta ad indicare la sintesi delle tre scuole alchemiche cinesi: alchimia della terra, dell’uomo e del cielo, dove le basi risiedevano rispettivamente sui minerali, per la prima; sulla trasformazione dell’energia umana, ad esempio quella sessuale, come nel tantrismo, per la seconda; mentre la terza si basava sullo studio delle influenze cosmiche, ed e’ in relazione all’energia dello spirito. Questo immenso insegnamento si articola in tante tecniche di cui il Tai Chi Chuan e’ solo un aspetto.
In questo nuovo paragrafo e’ come se cambiassimo pagina in quanto da ora in avanti, ovvero con la famiglia Chen e con Yang Lu Chan, ha inizio il Tai Chi dell’era moderna.
Prima pero’ di addentrarci con la storica della famiglia Chen, e’ doveroso aprire una parentesi e fare una piccola panoramica storia sul suo villaggio d’origine.
Chenjakou (o burrone della famiglia Chen), ora e’ una localita’ tranquilla con case regolari ed alberi rigoliosi situata a nord del fiume Giallo nell’Henan a circa mille chilometri dal capoluogo, Zhenh Zhou. Nella seconda meta’ del XIV secolo d.c. (dinastia Yuan), a Chenjakou, vi fu una battaglia tra l’esercito governativo e dei contadini rivoltosi, la battaglia si protrasse a lungo, sino a quando le comunita’ locali soccombettero o fuggirono. Dopo la caduta delle dinastia Yuan e la fondazione della dinastia Ming, la popolazione di questa regione era scarsa. A quell’epoca Chenjakou si chiamava Chang Yang, ma gia’ all’inizio della dinastia Ming non esistevano piu’ famiglie con i cognomi Chang o Yang. In seguito il governo dei Ming decise di trasferirvi gli abitanti del distretto Hong Tong dello Shanxi, distante molte centinaia di chilometri da Changyang. Nel 1374 un uomo di nome Chen Pu si stabili’ in questa zona; abitava su di un terreno fertile, ma che nella stagione delle pioggie era sempre soggette ad inondazioni, percio’ si trasferi’ un po’ piu’ a sud sulla collina Quing Feng dove prima era situato il villaggio di Changyang. Chen Pu, oltre ad essere un contadino, aveva, come altri cinesi di quel tempo, interesse nelle arti marziali, ed in quella zona tutti conoscevano qualche stile marziale. Lo stile piu’ praticato all’epoca era lo Shaolin Chuan, che fu tramandato all’interno della famiglia Chen fino alla nona generazione. Con Chen Wang Ting (nona generazione) lo stile praticato dalla famiglia, il Pao-chui (Pugno del cannone rosso) di Shaolin subi’ un grande cambiamento Chen Wang Ting era un generale esperto di strategia militare ed appassionato di arti marziali. Egli interiorizzo’ la quintessenza delle altre scuole marziali dell’epoca aggiungendo i principi taoisti dello yin e dello yang e dei jing-luo (canali energetici della medicina tradizionale cinese) del pensiero taoista con le tecniche di respirazione profonda della scuola buddista di Shaolin. A questo nuovo stile fu dato il nome di scuola Chen. Purtroppo, molto del suo lavoro ando’ perduto con le generazioni seguenti, quando nel XVIII secolo, Chen Chang Ch’ing (quattordicesima generazione) incontro’ Chiang Fa (vedi l’albero genealogico). Lo stile Chen ha quindi delle profonde radici nello Shaolin Chuan e, solo dopo questo incontro, vi fu una completa e reale integrazione tra lo stile dello Shaolin e del Tai Chi Chuan. A livelli alti di esperienza non esistono piu’ differenze tra stili interni ed esterni, in quanto la meta comune e’ l’evoluzione della coscienza, e della mente. D’altronde ogni scuola di arti marziali utilizza i principi dello yin/yang: attacco/difesa, alto/basso, veloce/lento… Ogni stile ha dunque un aspetto esterno ed uno interno; alcune persone danno prima piu’ importanza ai movimenti esterni del corpo, poi all’energia ed infine alla mente. Altre, al contrario, prediligono prima coltivare l’aspetto mentale, pio all’energia ed infine al corpo; ma tutti devono prima o poi allenare questi aspetti che compongono l’essere umano.