YANG CHEN FU
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VI° PRINCIPIO FONDAMENTALE SECONDO YANG CHEN FU

Yung i pu yung li (Yong yi bu yang li)

  • Interpretazioni:
    1. Usare il pensiero e non la forza muscolare
    2. Usare l’intenzione e non la forza
    3. Usa la mente invece della forza

Un trattato di Tai Chi Chuan afferma che dobbiamo usare (Yung) il pensiero (I) e non la forza muscolare (Li). Nella pratica del Tai Chi Chuan tutto il corpo deve essere rilassato (Sung). Dobbiamo eliminare ogni forma di energia (Chin) grossolana che crea blocchi nei legamenti, nelle ossa e nei vasi, ostacolando ogni movimento. Potremo allora passare da un movimento all’altro in maniera leggera (Ch’ing) e agile (Ling), e potremo ruotare il corpo con naturalezza. Alcuni si chiedono come sia possibile essere forti senza usare forza muscolare (Li). I meridiani del corpo sono qualcosa di simile ai canali della terra. Se i canali non sono ostruiti, l’acqua scorre liberamente. Analogamente, se i canali sono aperti il Ch’i circola. Se invece una forza rigida ostruisce i meridiani, la circolazione del sangue e del Ch’i viene ostacolata; i movimenti circolari non risulteranno più agili e basterà essere tirati per un capello per perdere l’equilibrio con l’intero corpo. Se d’altra parte, invece di usare la forza muscolare (Li), usiamo il pensiero (I), potremo far giungere il Ch’i fino a dove è arrivato il pensiero. Il Ch’i e il sangue circoleranno allora in tutto il corpo senza interruzioni. Dopo una lunga pratica si arriverà ad acquisire la vera forza interna (Nei Chin), e proprio questo è il significato della seguente affermazione che si trova in un trattato di Tai Chi Chuan: “Estrema morbidezza porta a estrema durezza”. Le braccia di un esperto (Kung Fu) di Tai Chi Chuan dall’esterno appaiono morbide (Mien), ma all’interno sono come il ferro e sono estremamente pesanti. Coloro che praticano gli stili esterni (Wai Chia) appaiono forti nel momento in cui utilizzano la forza (Li), ma nei momenti in cui non la utilizzano essi sono leggeri e instabili; la loro forza si vede esternamente, è solo superficiale. Se usiamo unicamente la forza muscolare (Li) e non il pensiero (I) l’avversario ci potrà facilmente manipolare, cosa non degna di menzione.

Questo è molto difficile per noi, implica una rivoluzione del nostro modo di essere e di comportarci, contraria a molte cose che ci sono state insegnate, e che giornalmente ci vengono ripetute da ogni dove. Bisogna imparare a essere deboli, a lasciare andare, a perdere. A non utilizzare sforzo per il nostro fare, ma a wei wu wei: fare senza fare. Per ottenere qualsiasi cosa siamo convinti che dobbiamo sforzarci, altrimenti non ha valore. Sforzarci nel senso di fare fatica, ma anche di forzare noi stessi e le cose. Usare il pensiero per i nostri movimenti implica che il corpo deve essere rilassato, i muscoli rilasciati, tranne quelli strettamente necessari per mantenere il corretto allineamento posturale. Con questa premessa, è il pensiero, il nostro intento, che deve muoversi, attento e concentrato. E “dove va il pensiero va il ch’i”, e il ch’i genera il movimento e la vera forza, la “forza interna”. Lo sforzo, quindi, non è quello che ci è sempre stato insegnato, non è quello di “tenere duro”, “non mollare mai”, “più forte che puoi”, ma è quello di lasciare andare.

“Il debole batte il forte”, diceva Lao Tzu.

“Quelli che non usano la forza non possono subirla quando sono attaccati da un aggressore, riuscendo così a mantenere una posizione di controllo”. ( Chen Man Ch’ing )

Operativamente occorre essere sung, e mantenere lo stato di sung: capita spesso di riuscire a rilassarci finché stiamo fermi, ma nel momento in cui decidiamo di agire, ecco che immediatamente contraiamo i muscoli, aggrottiamo il viso, enfatizziamo il movimento. Dobbiamo invece rimanere rilassati, e visualizzare il movimento da compiere, indirizzando l’attenzione, e quindi il ch’i, la mente deve arrivare prima del corpo. Solo così il nostro kung fu può essere efficace, sia come arte marziale che come pratica salutare.

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